... Eugenio Pieraccini è naif di intense fascinazioni fiabesche, di felici ironie, di divertiti schemi della bellezza di un mondo presentito e vivo, limpido e carismatico. La serie di sogni e di avventure è descritta con sottile scrupolo figurale; ammicchi si alternano a a pose sussiegose, ilarità fantastiche e cromie pure, descritte con abile gioco di eventi e di passione un po’ retorica, un po’ illusionistica. Tanti sogni e tanti ritratti di realtà si alternano alle vicende allusive e sinfoniali del morbido surrealismo, insieme a slanci compositi e ricostruiti ricchi di espressione e di ordinati sviluppi , qua e là persino monotoni e molto equilibrati. Tutta l’eleganza paradisiaca è anche artificiale, squillante, lontana da ogni realtà e piena di scansioni timbriche… DOMENICO CARA critico
...Mario Tobino ha salito lunedì pomeriggio le antiche scale di Palazzo Mediceo per “incontrare” ancora l’amico Eugenio Pieraccini, così come ha voluto annotare con con larga e fiorita calligrafia sul giornale delle presenze della bella esposizione organizzata dal comune di Seravezza. Eugenio Pieraccini era nato a Viareggio nel 1922. Le sue prime precoci esperienze pittoriche intorno al 1936 risultano inevitabilmente suggestionate dall’opera di Lorenzo Viani: I paesaggi, le darsene con le vele tombate sulle acque immobili, le nature morte già evidenziavano una capacità lirica e narrativa che avrebbe trovato i suoi migliori registri attraverso l’esperienza e l’incontro con Carrà, Giovanni March, Arturo Dazzi, Moses Levy. Fu quest’ultimo in particolare a convincerlo che il terreno più favorevole per la sua pittura doveva essere la satira, la poesia fresca e spontanea che sgorgava fra le mani e dal cuore di quel gigante pronto al sorriso, innamorato della vita… COSTANTINO PAOLICCHI critico
…Un pittore che si è tracciato una strada senza compromessi, libero del suo pensiero e del suo estro. E questa pittura, ritmica, cadenzata, ci offre saggi squisiti di spontaneo candore: aspetti di un mondo sempre bello e sempre nuovo. Non voglio qui trattare dei temi sempre cari a Pieraccini, delle solite monachelle, dei venditori di palloncini, degli uomini con tanto di baffi dei bimbi vocianti nei cortili. Qui vogliamo dire, piuttosto, dell’architettura dei lavori di Pieraccini, di quella costruzione tutta personale, di quel disegno morbido e tuttavia saliente, e soprattutto ci piace dire della efficacia cromatica di tutti i lavori. Questa è davvero persuasiva, anche se si può avere l’impressione di trovarci davanti ad un pittore smaliziato che, uso ad indovinare i gusti del pubblico, si presta ad artificiosi artigianismi di moda. Ma è soltanto un’impressione, perché, a guardare intenti, rileviamo che questi giochi cromatici questi connubi di colore sono il risultato di una perticolare felice attitudine, di un fortunato istinto che si concretizza in mille modi, in accostamenti di cromatiche scale vibranti in una personale e squisita umanità… DANILO FIVIZZOLI critico
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…Pittore senza legami, si trova a suo agio in qualunque esperienza, giovandosi della sua spericolatezza e della sua audacia. Qualcuno lo ha definito un “ingegnaccio”. Distribuisce colori a sottane femminili, a vasi di terracotta, a smalti su rame, a tele. Certo si è che, considerato sul piano decorativo, è persona che sa il fatto suo…E’ il suo carattere che in fin dei conti domina i suoi lavori,anche in quelli maggiormente influenzati. Il suo carattere scapigliato, che prende le cose così, disinvoltamente, e alla sua maniera le sa plasmare e ricreare, con spregiudicatezza versiliese… GIOVANNI ANGELICI giornalista
...Pieraccini è uno dei pittori più discussi negli ambienti culturali versiliesi e toscani. Egli non appartiene a nessuna scuola, non ha addentellati stilistici con nessuno dei più grandi pittori del nostro tempo.Il mondo di Pieraccini disorienta per la varietà dei motivi pittorici, per la policromia dei sentimenti. Di fronte a una sua tela non si può non meditare. Nella più innocente figurazione spesso appaiono i più acidi sottintesi, le più dure realtà, Pieraccini va studiato. La bellezza dei suoi colori fa spesso perdere le tracce della sua vera ispirazione…Pieraccini è corrosivo, satirico: il distacco apparente tra la vivacità dei colori e la tragicità della scena rappresentata è voluto. E’ l’espressione della grave scissione tra il mondo poetico della sua fantasia e la brutale realtà di tutti i giorni. Nelle tele di Pieraccini, l’acre satira sociale e le esplosioni della sua gioia rivivono in un mondo colorato che rivelano in lui la più squisita sensibilità coloristica. Egli sente in una maniera tutta sua e dipinge coi “suoi” colori: segue il suo solco e dà quella versione sua originale della realtà, ora satirica ora celebrativa, che piace e commuove ... PIERGIORGIO DEL CARLO critico
...Con i voti della fortuna più degna all’arte del pittore Pieraccini dalla fervida irrequieta fantasia, dalla calda straripante umanità del cuore… ELPIDIO JENCO poeta
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