…Il complesso delle opere rivela la sintesi potente del mondo che ci circonda e che è in noi. Chi ha difetti o mancanze, pregi o bontà, potrà penetrare tra le cornici di questi quadri come si entra in casa propria. Il suo mondo è sempre stato il vostro (anche se talvolta la pia metafora riesce a farvi ridere dei vostri pregi e dei vostri difetti), le sue parole sono le vostre e i suoi quadri il palcoscenico pieno di luce dove avete sempre recitato. Il mondo di Pieraccini appare sì, a prima vista, un cielo luminoso e sgombro di nuvole, ma più lontano, al di là del cielo, al di là di queste pietose finzioni che il pittore porge ai vostri cuori troppo sensibili, vi è tutta la disperazione e la inesauribile volontà di avvisarvi che a un solo passo da voi è il precipizio oscuro della noia e del vuoto… FULCO SCULCO critico
…Una semplicità, la sua, che sfiora a volte l’infantilismo ma che è tuttavia ricca di valori formali quali la sempre attenta e misurata impostazione del disegno, la sapiente fusione dei colori. Ne nasce così un dualismo, una coesistenza dell’igenua visione infantileggiante con una fine perizia tecnica e con una consapevole, delicata sensibilità…Talvolta adopera tonalità assai pure di viola, di azzurri, di rossi, di verdi, che suonano altrettanti scoppi improvvisi di una gioia semplice e spensierata, ma sempre li accompagna e stempera con morbide fusioni di bianchi opachi, di colori neutri, i quali, per la loro dosata stesura e per la loro preminenza rivelano la pensosità, l’approfondimento, la riflessione, e soprattutto una dolce vena malinconica, suadente e mite, intima e contenuta… ANTONIO TOMEI critico
…Pieraccini è cresciuto come un albero selvaggio; nessuno l’ha curato, lui da solo ha affrontato le intemperie, le avversità, ha lottato. Aveva la stoffa del pittore perciò, anche quando faceva lo scugnizzo, il suo istinto lo spingeva a scarabocchiare sui fogli di carta. Così col passare degli anni il suo temperamento artistico l’ha spinto verso la pittura. C’era anche l’ambiente in cui viveva che lo aiutava a trovare la sua strada. La Versilia è un vivaio d’artisti, coloro che hanno vitalità, mettono radici nel suolo e si proiettano verso il sole. Viani era una potente attrazione per i giovani. Sull’albero vitale di Viani sono venuti molti innesti. Gli allievi non hanno copiato il maestro, ma, con l’innesto hanno dato un altro tipo di frutto. Gli allievi subiscono il fascino del maestro, imparano il suo linguaggio e, secondo il loro temperamento, creano nuove espressioni... T.GIZMEGIAN critico
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…Quando un artista diviene il centro di di ampie discussioni, siano queste pro o contro,quando magari diventa il fulcro di accese polemiche, dite subito che sotto gatta ci cova. Diciamo allora che ci troviamo alle prese con un autentico artista. Tutto è in lui ampio respiro: le sue tele hanno quell’andamento di larga battuta, quella cadenza di tempo che riscontriamo nei versi musicali e georgici del ”Bove” carducciano. E’ un forte ed un ribelle. Tale clima evidente, senza sottintesi,lo rivela, schivo com’è di ogni ipocrisia, nei quadri popolati di suore e preti, stilizzati, cosmopoliti, ieraticamente fermi e decorativi nel tempo e negli eventi... BUONCONTE DI SAN MARTINO critico
...Possiamo senz’altro considerare il lavoro di Pieraccini anche in omaggio ai molti quadri d’ordine fiabesco e fantastico da lui immaginati, superando senza tema il dilemma se si tratti o meno di un pittore naif, ancorché sia-direi certamente- un poeta “ingenuo” , attribuendogli la qualifica di artista “ “insolito” . I dizionari danno al termine “ insolito” i sinonimi di strano, bizzarro, singolare, straordinario. La lingua italiana consente però di percepire sottili differenze tra questi aggettivi e a me pare di poterli pronunciare tutti a proposito dei quadri di Pieraccini, senza ripetere lo stesso concetto, così come sono le sue immagini sempre diverse e sempre uguali a sé stesse : strane, bizzarre, singolari,straordinarie... RENZO MARGONARI critico
…I contorni netti e definiti, le stesure di colore uniforme messe a confronto l’una con l’altra, i contorni netti e definiti, le prospettive a tratti ineccepibili e tratti invertite per determinare effetti tra comici e irritanti (quell’irritazione che ha una rara forza critica), sono dominati da un pittore che possiede i suoi strumenti espressivi al punto di servirsene con una sorta di noncuranza nella quale ancora una volta affiora la sua ironia. E se questa passa dalla satira allo humour è perché l’uomo Pieraccini non sa resistere alla cordialità della propria indole, onde persino il diavoletto che era il protagonista delle sue opere precedenti e che materialmente e metaforicamente ricompare anche in quelle di oggi (pensate ai veli liliali della sposa ignuda) e, tutto sommato, veramente un “buon diavolo” allegro e spiritoso, capace di liberarci dai complessi che ci contraggono e ci tolgono ogni gioia di vivere… SANDRO RUBBOLI gallerista
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